La goccia cinese

Lana Del Rey 1Oggi ho finalmente deciso di far cessare almeno una delle tante gocce cinesi che martellano i miei emisferi cerebrali che meritano un po’ di tregua. Decisamente. Come ogni volta, incerta, sono riuscita ad impantanarmi anche nella scelta tra tarli ma, alla fine, l’ispirazione è arrivata un po’ nel modo in cui quest’artista è comparsa nel mio i-pod: improbabile.
Sono onesta nel dire che mi sono letteralmente innamorata di Lana Del Rey. Di lei, dell’atmosfera finalmente inusuale ma non volta a stupire e perfettamente naturale e disinvolta, della voce, talmente strascicata da chiedersi se ogni tanto schiuda le labbra per pronunciare i suoi testi così malinconici e accattivanti. Tacciata di essere anti-femminista (da chi?), qualche tempo fa avevo letto una sua intervista nella quale raccontava di essersi concessa a discografici sperando in un contratto che non è però arrivato per quella strada e non dobbiamo fare un grande sforzo per ricordare le recenti dichiarazioni di più di una cantante che hanno creato un bel polverone (speriamo non sia un discorso abbandonato per poche copie vendute di tabloid). In realtà è una figura davvero particolare: giovane ma non giovane, stonata e intonata, moderna ma già sentita, caustica ma leggera, la chiamano atmosfera da cinema: può essere. Mi pare più una visione del mondo che potrebbe incontrare la mia. Dalla sempre verde fonte wikipedia, giusto per avere qualche veloce notizia sulle tempistiche di uscita, perché ammetto mi sia inizialmente sfuggita avendola scambiata per una pubblicità di H&M (per i quali ha effettivamente posato), scopro che vive tra New York e Los Angeles con passione per la Gran Bretagna, ma soprattutto una trasposizione di un suo pensiero che cito di seguito:
«Mi sarebbe piaciuto essere parte della comunità indie. Ma non lo ero. Ero alla ricerca di una comunità, non conoscevo neanche qualcuno che fosse musicista. Non ho mai incontrato quell’indie del’indie popolare, chiunque […] fosse. Chi è indie? Prima di tutto, non sono mai riuscita a capire cosa sia la musica indie. Perché se ne sente parlare, è una specie di musica pop, giusto? È per questo che è popolare? O è solo perché non va in radio? Non è come se fossi stata in una comunità indie e poi sono venuta fuori. È come se fossi vissuta per strada e non lo sono – come per davvero, capisci cosa intendo dire?» (wikipedia)
Lana Del Rey 2Io non sono sicura di aver capito, però sicuramente mi sono fatta le stesse domande molto spesso e sono d’accordo col non dover sempre imbrigliare tutto in una categoria. Mettere confini, artisticamente parlando, non è sempre un bene, perciò, se umanamente si ha qualcosa da dire, perché relegarsi in un cliché? Non siamo mica uguali dal nostro primo giorno di vita all’ultimo e un’espressione di qualsiasi tipo viene da come noi siamo fatti e da come vediamo le cose. In lei alberga un’anima che non definirei scura, anzi, la trovo molto luminosa, ma sicuramente questa sua personalità che sembra una voce stridula che sussurra parole dolci, deve essere stata un po’ ingombrante.
Dunque una voce e una personalità che un po’ cozza con l’aspetto di modella navigata, è improbabile un po’ come le cose che capitano nella vita. Ultimamente mi capita spesso di ridere con una persona che ho incontrato sul mio cammino solo di recente perché ci chiediamo cosa può pensare la gente nel vederci insieme. Non che il pensiero della gente possa in qualche modo influire sulle nostre decisioni, è che ci rendiamo conto di essere rappresentative di una domanda e allo stesso tempo della sua risposta: agli antipodi per aspetto, modo di fare, di esprimerci, per gusti e quant’altro, tuttavia il nostro percorso è talmente simile da permetterci una certa empatia, che più di una volta ci lascia interdette. Una prima antipatia si è dunque tramutata in amicizia, ha prevalso l’istinto che viene fuori nei momenti di difficoltà. E se la vita ci porta spesso a stare un passo indietro ad esso, ad essere prudenti e diffidenti per tutte le scottature che ci siamo procurati ogni volta che abbiamo riposto fiducia in qualcosa che ci ha deluso, noi possiamo sembrare quelle che non imparano mai e sprecano entusiasmo. Noi però sappiamo anche che le delusioni le sappiamo ormai gestire, che spesso ne abbiamo paura perché dietro la maschera celiamo una certa inconsapevolezza di ciò che siamo capaci di fare e che ci serviranno sempre a conoscere noi stesse un po’ meglio, a saltare sempre un pochino più in alto. Farci male ci fa arrabbiare, ma direi che ormai non ci spaventa. lo dico sempre che fintanto che una cosa ti delude vuol dire che in te alberga qualcosa di meglio. Beh, a me Lana Del Rey mi richiama questo concetto di autenticità. Quando a tutti sembra improbabile ma basta un sorriso ben fatto a convincerli perché non è falso, ma consapevole e disarmante, d’invito ad entrare in un mondo fatto di tanti rischi per quante sorprese vi si possono trovare, insomma, autentico.


E naturalmente: quale video scelgo? Uffa!

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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