Islanda Dreaming

L’Islanda non c’entra nulla, piuttosto l’Inghilterra dove non sappiamo con certezza cosa contribuisca a tirare fuori certi talenti e sciorinare altre produzioni che si potrebbero evitare (tanto per essere acidamente giusti) . Ma continua il mio vano tentativo di accelerare lo scorrere del tempo e lasciarmi alle spalle il caldo che poco tollero, almeno per un altro pugno di mesi. Perciò scelgo un’artista che se non altro mi rinfresca le idee su cosa significhi avere voglia di fare musica. Sempre di frescura si parla.

Pj Harvey è nata in quel del Dorset ed è molto importante per lo scopo di questo articolo: posto meraviglioso, piango solo guardando le fotografie e credo di avere pronte le valigie per fuggire per mai più tornare. Comprendetemi, vi prego. Non sto esagerando, mi sto integrando con lo spirito fortemente drammatico e drastico di PJ Harvej che non ha mai avuto mezze misure nella sua esistenza. Si passa da un debutto disastroso a un successo planetario schioccando le dita. Si passa da un look piuttosto trasandato a un’immagine più femminile e sensuale, molto sofisticata e anche divertente, se vogliamo e per fortuna perché l’aspetto di questa donna è davvero particolare e bello, ma non per questione di centimetri spesi in altezze e circonferenze, ma per ciò che riesce a trasmettere. Insomma, bello e interessante.

Per la serie, viva la faccia tosta, ammetto che parecchi dei suoi brani mi risultano inascoltabili, ma di altri (e sono tanti) mi innamoro ogni volta e… che dire? I riconoscimenti non le sono mancati e ascoltiamo pezzi come il recentissimo The wheel, o Down by the water (bellissimo video), l’indimenticabile e sempre presente in playlist A perfect day Elise, Send his love to me, This is love, Good fortune, The Wind, All and Everyone, A place called home, C’mon Billy, Who will love me now che rimane una specie di capolavoro, in cui riesce a tirare fuori una carica emotiva raramente espressa nelle ultime generazioni musicali… ok, posso andare avanti ancora e ancora e perciò mi limito a questi pochi spunti per affermare che ogni singolo riconoscimento, che sia di pubblico, che sia di critica, che sia un premio, è meritato. Certo, vocalmente non si arrampica per piani e piani di scale come altre cantanti più virtuose ma non è che ce ne sia sempre bisogno. Anzi, ciò che mi piace di PJ Harvey è proprio un uso selvaggio e “indisciplinato” della voce, che passa da una voce profonda e grattata come carta vetrata, a uno stile bianco e angelico ma che non perde affatto d’intensità. Se per un momento possiamo pensare a un uso ottimizzato ed essenziale delle liriche, è pronta a sorprenderci con armonie di velluto. Insomma, una sberla e una carezza e così via. Carattere instabile ma piena consapevolezza di come gestire la cosa.

Pj Havery 2PJ Harvey ha sempre adottato un’immagine fuori dai canoni o che, per meglio dire, ha unito il meglio del vintage e del contemporaneo, quale la voglia di non essere catalogati per un vestito, un trucco o una posa, come la sua musica del resto. Naturalmente non è passato molto tra una scelta stilistica e il bisogno d’imbrigliarla da qualche parte: se ha volutamente tralasciato l’usuale depilazione tipica del modello femminile, non l’ha fatto per accostarsi a un movimento femminista che non le appartiene né culturalmente né emotivamente. E’ aggressiva contro la cattiveria umana, non maschile o femminile, ma umana e perciò non ha poi importanza accostarla a questa o quella cosa. Non è davvero importante. Si va all’essenza delle cose ed è perciò probabile trovarsi di fronte a qualche ripetizione di contenuto: la storia si ripete purtroppo. Se è accogliente come poche personalità artistiche sanno fare, è perché non ha bisogno di essere perennemente con gli artigli puntati per ricordarsi quanto sia forte. Insomma, o la prendi per come è oppure la starai sempre inutilmente inseguendo perché, se le passa per la testa, te la ritrovi che ti prende alle spalle. Non sta scappando, né sta richiamando la tua attenzione. Fa quello che le piace e alla gente arriva.

Quando parliamo di persone che esprimono se stesse con mezzi impensabili per altri, non possiamo limitarci a pensare che siano bravi, ognuno è bravo in qualcosa. Diciamo che ci sono persone che hanno bisogno di dimostrarlo più agli altri che a se stessi. Non si può dare nulla per scontato con un’artista che sa cosa vuole e sa cosa sta facendo, sa che le classifiche non le interessano perché conosce l’ascendente che può avere sugli animi. Si chiama potere? Non lo so, tra l’altro è una mia interpretazione perfettamente confutabile. Forse si chiama semplicemente essere liberi o avere talento per qualcosa.

Il video è il mio preferito, come ho scritto qualche riga più su: A perfect day Elise.



 

[Foto 1 di: Phil Poynter]

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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