Chiudete gli occhi, piegate le ali e tuffatevi nell’avventura della vita. Il capolavoro di Richard Bach Il gabbiano Jonathan Livingston (Editore “Bur”, 2004; prima edizione 1977) è un best seller internazionale che ha venduto oltre due milioni di copie.
Questa è la storia di Jonathan Livingston, un gabbiano speciale che un giorno decide di distinguersi dalla massa dei suoi simili, dediti solo al volo per il procacciamento del cibo. Jonathan vuole migliorare la sua tecnica di volo, affinare quella che per lui è una vera e propria arte. Egli scoprirà il puro piacere di librarsi in volo per passione, volare per crescere, per apprendere sempre nuove evoluzioni. L’autore coinvolge il lettore verso un viaggio dagli orizzonti ancora piú ampi: “il volo della conoscenza”. Jonathan Livingston si eleva al di sopra della massa dei suoi simili per guardare oltre i propri limiti. La ricerca della tecnica perfetta nel suo volo, si tramuta in una metafora di vita: Jonathan raggiunge la perfezione; muore e rinasce in sempre nuove esistenze, dove puó apprendere ed essere egli stesso insegnante, in un moto perpetuo di trasmissione di esperienza e conoscenza. Naturalmente, Jonathan incontra difficoltà: non viene compreso dal suo gruppo di gabbiani, viene esiliato, cacciato e bollato come “diverso”; il suo trionfo starà proprio nel fatto di non arrendersi mai. Senza vendetta, ma con l’arma dell’amore e la passione per il volo, insegnerà come lui stesso ha appreso a volare verso la libertà che deriva dalla conoscenza.
E’ un libro bellissimo, ricco di profonde riflessioni: lo stormo di gabbiani siamo tutti noi; il Jonathan Livingston è colui che sconfiggendo l’ignoranza riesce a divenire parte integrante di un universo nel quale la ricerca di se stessi e della propria strada coincide, non con la mera realizzazione personale, bensì con l’aiutare altri “gabbiani” a spiccare il volo migliore. «Ma non vedono? Ma sono proprio ciechi? Non si rendono conto dell’ebbrezza che potrebbero provare se anche loro imparassero a volare sul serio?»
Per concludere non ci resta che dire: “SI, DESIDERO VOLARE”.
