E Tiziano canta a casa mia

Tiziano Ferro 1E anche questo artista me lo scopro di sera, atterrata sul divano, col telecomando in una mano e la tisana bollente che sborda dalla tazza, dritta dritta sull’altra. Quest’immagine mi fa considerare una cosa straordinaria per me: non mi sto ingozzando di schifezze davanti allo schermo malefico. Guardate che non è cosa da poco. Anzi. Riuscire a catalizzare l’attenzione sulla soluzione di un problema e non al mero sfogo di frustrazione sul cibo, che genera a sua volta altra amarissima frustrazione, è un punto che ho in comune con questa persona e probabilmente, anzi sicuramente, tante altre. Sì, perché parlando di Tiziano Ferro, prima che di artista (che indubbiamente è), parlo di persona. Tenendo conto che non sono mai stata una sua fervente ammiratrice, anzi, devo però dire che ascoltando la sua storia, le sue interviste, mi sono resa conto che in me albergava una simpatia nei confronti di una storia che è appassionante. Almeno la storia, ecco. No, sono decisamente ingiusta, perché ha scritto delle gran belle canzoni e dei testi che effettivamente riescono a toccare corde che altrimenti suonano solo internamente.
Di lui mi piacciono tante cose. La voce: profonda, estesa. La passione che mette in quello che fa. Ecco, personalmente in alcuni momenti lo trovo un po’ pesante, ma è forse tipico delle persone che si mettono a nudo come fa lui e perciò va presa anche questa caratteristica, magari rimandando il momento, perché si può anche non ricevere e avere bisogno di qualcos’altro. Quella sera ho cercato di andare oltre le faccine, le movenze e tutto l’ambaradan mediatico che si trascina dietro. Ho provato a cogliere il nocciolo della faccenda e ho trovato una persona con tante cose da dire e con cui mi sono trovata d’accordo in più di una considerazione.
Innanzitutto trovo molto delicata la sua descrizione del percorso che lo ha finalmente portato ad accettarsi: fisicamente, caratterialmente, sessualmente. Non si mostra per quanto è stato bravo, bensì per quanto è stata dura ma liberatoria. Fa la differenza. Non so voi, ma mi sono stufata di autoincensamenti di persone che superano difficoltà. Brave, per carità, bravissime. Oh, ma lo facciamo tutti eh! Uno è bravo solo se vince? Ai miei tempi dicevano che l’importante è partecipare. Non si perde mai se si ha voglia di ricominciare, anche coi tempi dovuti. Che serve correre? Guardiamo un po’ lui: zitto zitto (metaforicamente parlando) è passato da idolo di teen ager smosse da cariche ormonali non indifferenti, a rappresentante ufficiale di un sentimento che è nemico per autonomasia di questa società così luminosa e terribilmente sgargiante (o sgargiantemente terribile): l’insicurezza. Ok. Parliamone. Tiziano Ferro 2Nemico? Sicuri? Guarda un po’ come invece ha fatto da propulsore, ha contribuito ad attivare cellule grigie e dare la giusta dose di razionalità a un progetto che rischiava la farsa. Il suo è stato un gettare basi solide coi tempi necessari e non bruciarsi per venire riconosciuto come l’ennesimo nuovo talento che ci darà un morso e al quale noi daremo un calcio quando sentiremo troppo male. E’ stato un lavoro tosto di comunicazione e di competenza di chi l’ha aiutato agli albori dei suoi tentativi nel mondo della musica. Io ammiro chi decide di dedicarsi totalmente a questo ambiente come ha fatto Tiziano Ferro. Non è facile sentirsi mettere di fronte al fatto che c’è un problema e che quello sei tu. O meglio, ciò che il mondo vede di te. Mettersi in gioco, affrontare dei sacrifici per imparare un linguaggio che poco a che fare con la parola ma molto con l’immagine, in tutto questo, trovare una veste musicale non solo adatta, ma anche innovativa (in italia). Cavolo, mica poco. Il successo arrivato improvvisamente con Perdono, era non solo straordinario in Italia per un artista italiano, ma anche a livello internazionale per un artista di qualsiasi nazionalità. A questo punto sono intervenuti i tipici meccanismi da spremitura di limone, per cui un artista è una macchina e non un essere umano. Ci credo che l’esaurimento nervoso facesse capolino da dietro l’angolo. E senza dubbio ha saputo farsi rispettare, è venuta fuori la sopravvivenza e da qui è tutto alla luce del sole. Finalmente per tutti.
Dicevo che le sue canzoni non girano nel mio iPod, perché onestamente vorrei vederlo dal vivo. Quello che mi ha colpito tantissimo è stato vedere un suo live: l’energia era veramente alle stelle. Forse, Tiziano Ferro, è stato bravo nel rendere il momento serale in cui scrivi i tuoi segreti sul diario, un momento collettivo. Non devi spiegare cosa ti è successo, non è una gara a chi capita peggio. Devi solo portare te stesso e goderti la festa.



Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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