Comunicazione non verbale

Taylor Swift 1Non avrei mai detto che sarei arrivata a scrivere un post su Taylor Swift, ma, in tutta onestà, la mia simpatia nei suoi confronti sta inesorabilmente crescendo. Ammetto di aver orecchiato qualche volta un pezzettino qua e uno là, senza mai soffermarmi troppo. Non so perché, potrebbe invece anche rivelarmi delle sorprese, vista la sua abitudine di massacrare gli ex nei testi delle sue canzoni. Non saprei, un qualche spunto per una battuta pungente su qualche fedifrago che spezza il cuore a una mia amica (ma siamo in periodo di calma in quanto a drammi, per fortuna). Parlo di lei, mossa da un tribolamento di domande: bella è bella. Trendy è trendy. Realizzata è realizzata. Sembrerebbe anche essere generosa a dismisura (come smisurato è il suo patrimonio). Intelligente deve esserlo per forza, visto cosa ha realizzato. Talentuosa, lo è. Pregio assoluto: ama i gatti. Ma allora com’è che non riesce ad avere fortuna in amore? Perché, se calcoliamo il fatto che su sette partite a Uno (sì, il gioco di carte), le ho perse inesorabilmente tutte, devo ritenermi fortunatissima in amore, visto che negli altri campi tribolo come i più della mia generazione. Ed effettivamente in amore non mi lamento affatto. Ma, la povera Taylor, sembra proprio non imbroccarne una. Prima abbandonata da quel bellone di Jake Gyllenhaal, poi quello dei One Direction che non mi ricordo come si chiama, credo Harry, sì, ma insomma, vivo anche senza saperlo per il momento, poi John Mayer e chissà come mai non è più amica con Katy Perry, infine ci si è messo pure Calvin Harris che, dopo quindici mesi d’idillio, le ha detto “ti voglio bene ma addio” (vi prego, ditemi che ogni tanto un v… se lo dicono anche loro). Per non parlare delle dispute col gentil sesso: tutto un pollaio d’invidie, gelosie… ho già il mal di testa, salvatemi!

State tranquilli, non ho virato al gossip. Tanto più che stiamo parlando di relazioni finite che non si sa nemmeno come e perché nascano, un po’ perché non sono affari nostri, un po’ perché stiamo parlando di gente molto coinvolta nella propria carriera che, per fortuna, nel caso di Taylor, da tante soddisfazioni. Nessun dramma, insomma. Stavo solo constatando che il suo ultimo disco, con conseguente tour dei record, è uscito nel 2014, perciò, se lei trae ispirazione dalle proprie gastriti amorose, non fa una piega: ci siamo quasi per il nuovo album. Scherzi a parte ma, la signorina, ha davvero macinato un record dopo l’altro in tempi brevissimi. D’accordo che il country è un genere molto in voga negli USA, ma qui stiamo parlando di un successo globale, è stata l’artista più ricca al mondo, credo l’anno scorso. Forse perché di country non ho ancora capito cosa ci sia. Tant’è che con 1989 (anno di nascita, mamma mia!) hanno acclamato il suo esordio pop. Boh. Va bene, in effetti l’album è bello, curato e alcuni pezzi davvero accattivanti. Ammetto però di non conoscere abbastanza la discografia di Taylor Swift per dissertare con cognizione di causa, però posso dire senza alcun dubbio che vocalmente è interessante, soprattutto nell’interpretazione: una timbrica che resterebbe altrimenti un po’ anonima viene rinvigorita dalla forza della sua personalità. Allora perché cimentarmi con lei, visto che è pure tanto che non disserto su un lui? Perché, c’è poco da fare, vi ho detto che ha acceso una scintilla nel mio cervello sempre in subbuglio.

Sono partita dalle relazioni amorose perché, nel suo caso specifico, non è così difficile immaginare che il problema sia star dietro al suo quotidiano che, sebbene sia di tutto rispetto, non credo sia quello dei comuni mortali. Anche le coppie “normali” scoppiano. Solo che ci sono tanti fattori che possono impedire una separazione serena. Non mi riferisco solo a casi tragici, in cui ci si può anche rimettere le penne o quantomeno la salute, ma molto più banalmente: quanto costa un divorzio? In termini umani, economici. Non tutti hanno una elasticità tale da potersi destreggiare agevolmente. La mia domanda, più che altro, è questa: cosa sta succedendo ai rapporti umani? Forse sono io che non capisco, colgo cose inesistenti, però, è tutto troppo frenetico. Ci si accorge dei silenzi, non di quello che ci stanno dicendo. Ma sarà normale? Sto generalizzando, possono sicuramente sembrare elucubrazioni banali ai più, sto facendo considerazioni personali. Non posso accettare di accorgermi che qualcosa non va, solo arrivati al punto in cui non ci si dice più niente. Non manca la quantità, manca la qualità? Forse. Forse? Forse. Un silenzio può essere positivo, non ne faccio una questione assoluta, ma, in fin dei conti, se comunicare diventa ciarlare, è un vuoto fastidioso. Taci, piuttosto. Sto approfondendo un pochino la comunicazione in questo periodo, non sono un’esperta, ma sono a conoscenza che il più lo fa il linguaggio non verbale. Come comunico il non verbale se devo mandare un Taylor Swift 2messaggino? Intere conversazioni coi messaggini, che si potrebbero concludere in pochi appaganti minuti di conversazione tra individui, che diventano monologhi da mezz’ora (se va bene). Monologhi, sì. Perché l’intenzione della frase è tutta nella tua testa. Non sto demonizzando la tecnologia: è impagabile per le comunicazioni di servizio (fissare un appuntamento, per esempio) oppure per tenersi in contatto con persone care che vivono lontane. Spero di non essere scivolata nel moralismo, non era mia intenzione, anche io uso i messaggini e a volte mi faccio anche delle gran risate, ma non capita anche a voi di spegnere il cellulare (TV, PC, tablet.. etc) e tirare un sospiro di sollievo? Mi rendo conto che bisogna adeguarsi ai tempi, almeno su qualcosa, ma quando sono giù di morale, certo che se qualcuno mi scrive due parole sul telefonino, anzi, smartphone, mi fa piacere! Che discorsi, hai pensato a me! Però se abiti a due isolati da casa mia, magari un caffè te lo preparo pure. Ci mettiamo meno: io a raccontarti cosa mi è successo, tu a tirarmi su. Basta che m’abbracci. Comunicazione non verbale. E non tiratemi fuori le emoji: vi ho visto che mandate faccine sorridenti, anzi, che ridono a quattro ganasce, e magari state col muso fino a terra!!! ..Se mi diverto a fare la vecchia antipatica 😉

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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