100 BPM salvavita

1 aprile 2016

Riuscirò a scrivere questo post, almeno spero. Devo dire che più volte questa settimana mi sono seduta al pc e incartata a metà svolgimento: no, non va bene, cancella tutto e rifai. E’ terribile quando prende così, non sai di preciso di chi, né come, perché, quando, dove stiamo andando, è nato prima l’uovo o la gallina? Ho convenuto che effettivamente potesse essere stato il lauto pranzo pasquale a bloccare il flusso d’idee, ma era tutto molto buono e non ho avuto problemi a digerire (strano). Onestamente di idee ne ho anche ma quando corrono come le tartarughe si fa fatica. Giovedì pomeriggio ho avuto lo spunto.
Bee Gees 1Vi ho già accennato al mio percorso formativo per diventare OSS (Operatore Socio Sanitario) e proprio quel pomeriggio ho trovato non solo l’argomento ma pure il gruppo di cui blaterare nella mia amata rubrica, durante la prima lezione del corso di primo soccorso: la verità è che ho rianimato un mezzo busto che sapeva di disinfettante con un nome imprecisato (aveva un nome ma non l’ho capito) soffiandogli in bocca e facendo cinque alternanze di massaggio cardiaco al ritmo di Staying Alive: i 100 bpm che salvano la vita, un nome un programma, ok è davvero grottesco e io non lo sapevo. Ma secondo voi, quella molla di Tony Manero/John Travolta potrebbe aver avuto bisogno di un massaggio cardiaco dopo tutte quelle coreografie? Lui no, ma io sì e opterei anche per l’ortopedico. Ora, devo ammettere che tutti al corso abbiamo un certo senso del ritmo, siamo gente sveglia e anche molto simpatica (non è immodestia, siamo così e basta), e quindi alla fine il mezzo busto mi sembrava stesse davvero meglio e che fosse anche più allegro. Certo, quando ho sentito all’improvviso partire quel groove mi sono chiesta se la rianimazione stesse avvenendo in discoteca, che fosse un modo per immedesimarmi nella situazione, ma no, era davvero per darmi la velocità. Che so, quelle situazioni in cui parte Y.M.C.A. perché devono convincerti di essere in grado di piazzare un prodotto dimagrante che cambierà il mondo, presente? Magari qualcuno per la troppa foga di montare entusiasmo ed autostima ha avuto un infarto, ma uno si augura sempre che queste cose non accadano: né gli infarti, né le riunioni motivazionali, né di slinguazzare al sapore di disinfettante.
I Bee Gees sono un gruppo formatosi nei primi anni 60 in quel dell’Australia, da un trio di fratelli nati sull’Isola di Man e vissuti per un periodo a Manchester. Quindi trasferimento all’altro capo del globo e incontro con il dj Bill Gates su una radio locale: non è uno scherzo ma un caso di omonimia che ha presagito i record di vendite e di successo ancora detenuti dalla band ai giorni odierni (Wikipedia è meglio di qualsiasi sito di gossip).
Bee Gees 2Naturalmente il clou dei tre fratelli britannici non è solo la colonna sonora del celebre film La febbre del sabato sera (1977), hanno prodotto musica dagli anni 60 al 2000, continuando ad esibirsi in giro per il mondo. Ricordo uno show televisivo trasmesso proprio nell’ultimo periodo e ricordo anche con quale pizza ho macchiato il divano di mio fratello. Ma tanto è convinto di essere stato lui, benché io abbia ammesso la mia colpa. Ma, vedete, lui aveva macchiato di kebab il sedile della mia macchina e l’alone non era andato via nemmeno con lo sgrassatore (con il quale però sono riuscita a togliere la resina dal parabrezza), perciò, dai, eravamo pari. Ecco, tra fratelli è bello andare d’accordo: c’è chi si macchia e smacchia e chi vende 220 milioni di dischi con la disco music. E quindi? E quindi parliamo anche di produzioni che hanno portato al successo Diana Ross, Barbara Streisand, Dionne Warwick e altre cantanti che certamente non avrebbero preso con altrettanta filosofia una macchia di kebab sul sedile della limousine, o peggio ancora, il liquido lavico che fuoriesce dalle mozzarelline impanate sul divano (era un’altra serata, ed è colato ad entrambi). Ma mio fratello non ha un divano in pelle, perciò si lava, il divano.. e anche mio fratello, che discorsi.
Sì, perché dove c’è uno studio di registrazione molto probabilmente ci troverete un Bee Gees, anche solo in fotografia. Purtroppo l’avventura del gruppo si conclude con lo scioglimento a causa dell’improvvisa scomparsa di Maurice Gibb nel 2003 e a quella di Robin nel 2012, quindi recentemente.
Barry rimane in attività, e davvero fa pensare che Staying Alive non siano solo le parole di un titolo. Quando si fanno le cose per davvero, crescendo insieme, creando legami, affrontando le avversità e le gioie della vita, poco importa se hai scritto un capitolo della musica o hai macchiato un divano. Sono cose che rimangono nella memoria e costruiscono la nostra storia, sono un qualcosa che hai da raccontare e in cui qualcun altro può immedesimarsi, ritrovarsi e, perché no, intraprendere iniziative nuove, tipo ballare disco music camminando alla Tony Manero in centro città (sperando che non ti arrestino). Io ci provo, a ballare intendo, tanto mal che vada tutti sanno che il massaggio cardiaco ha quella frequenza trascinante di Staying Alive e forse io ero l’unica pera a non saperlo ancora.
Comunque complimenti per le dentature: perfette.



Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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