Tennessee Williams: La dolce ala della giovinezza

La dolce alla della giovinezzaPer questa settimana continuo con il mio viaggio nelle opere del grande drammaturgo Tennessee Williams, parlandovi di un altro suo testo particolarmente intenso e brutale, La dolce ala della giovinezza. Come la gran parte dei testi più famosi dell’autore anche questo fu trasposto in versione cinematografica, nel 1962, per la regia di Richard Brooks, dopo un grande successo di pubblico e di critica a Broadway, dove la pièce restò in scena quarantadue settimane. Il cast della pellicola è in gran parte lo stesso dell’allestimento teatrale. Tra gli attori che avevano già recitato in teatro, di nuovo in una storia di Williams, Paul Newman, nel ruolo del protagonista Chance, e la grande Geraldine Page, che interpretava la fragile, controversa Alexandra (ottenendo per il film una nomination all’Oscar e un David di Donatello).
Quest’opera è un’ennesima ricombinazione dei temi cari a Tennessee Williams, particolarmente ispirato da tematiche come l’ipocrisia, le verità nascoste, la perdita dell’innocenza, sesso, erotismo esplicito, personaggi intrappolati nelle loro debolezze e nelle loro fragilità. Lui stesso pare temesse molto il passare del tempo e le sue conseguenze e in questa storia è centrale proprio la tematica della giovinezza che svanisce portandosi via sogni, speranze, possibilità.
Chance aveva abbandonato la cittadina natale, nel caldo sud degli Stati Uniti, anni prima. Si lasciava dietro l’amore impossibile per l’eterea Heavenly, figlia del tirannico boss del luogo, che impediva ai due di stare insieme. Forte della propria giovinezza e bellezza, Chance ambiva a un futuro di successo. Ora ritorna e niente è andato come sperava. La bellezza gli è servita a diventare solo un gigolò per signore ricche e insoddisfatte. Al momento infatti viaggia al seguito di Alexandra, attrice matura in declino, devastata dall’alcol e dalle droghe. Sono due personaggi intrappolati in differenti forme di disperazione: lei è ormai convinta di non essere più capace di recitare e cerca amore sincero nel rapporto con Chance nonostante le sue premesse, mentre lui è pronto a giocare le sue ultime carte disponibili, deciso a riconquistare Heavenly e a ottenere una carriera a Hollywood ricattando Alexandra.
Tra Chance e Heavenly però ci sono sempre il padre e il violento fratello di lei e anche molte cose non dette, come il fatto che la ragazza fosse incinta quando Chance, inconsapevole, aveva lasciato la città.
Sempre come falene, i personaggi di Williams. A sbattere contro i vetri, attratti da fiamme che non possono raggiungere o in cui finiranno per bruciarsi.
Per molti versi il film offre comunque una forma di redenzione e rivincita a quasi tutti. Alexandra scopre che il suo ultimo lavoro, a dispetto delle sue paure, è stato un successo e si separa serenamente da Chance, che rinuncia a ricattarla. In quanto a Chance, pur rimanendo sfigurato dopo essere stato picchiato a sangue dal fratello di Heavenly e dai suoi uomini, può finalmente andarsene con lei, che trova la forza di ribellarsi al padre e disfarsi dell’atteggiamento remissivo che l’aveva tenuta prigioniera di se stessa e della propria famiglia troppo a lungo.
Si sa che però Hollywood tendeva ad edulcorare le opere di Williams… Furono infatti censurati due punti cruciali della vicenda: nel testo originale Heavenly subiva un’isterectomia a causa di una malattia venerea e, anziché essere vittima di un pestaggio, Chance veniva addirittura castrato (a ben rifletterci particolari narrativamente più sensati ed efficaci, dato che una malattia venerea sporcava l’apparenza virginale dietro cui si barricava Heavenly e che Chance si era mantenuto per anni con il sesso).
Nel mondo di Tennessee Williams il perdono non è quasi mai previsto, o comunque lo si paga a caro prezzo.
Pur con tutte le censure, in ogni caso, il film fu vietato ai minori di diciotto anni. Piccola curiosità: il ruolo di Chance era stato offerto a Elvis Presley, ma il suo manager glielo fece rifiutare, perché non voleva che interpretasse un “bad guy”.

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

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