RECENSIONE – “Lolita”

"Lolita", Vladimir NabokovIl Professore Humbert Humbert, voce narrante del racconto, annoiato insegnante quarantenne di letteratura francese, per circostanze fortuite e inaspettate fa la conoscenza di Dolores Haze, dodicenne ribelle e maliziosamente spregiudicata che gli richiama in mente Annabelle, il suo primo amore da tredicenne. Nonostante la differenza di età, egli perde completamente la testa per la ninfetta tanto da sposarne la madre Charlotte per rimanere al suo fianco.
Dopo la morte della signora Haze, investita da un’automobile, il Professore e la piccola Dolores-Lolita cominciano un lungo vagabondaggio da un motel all’altro in giro per gli Stati Uniti. I due sono seguiti da tempo da un uomo misterioso che talvolta avvicina con dei pretesti il professore cercando di metterlo in imbarazzo. Giungono infine in una nuova città dove Humbert ha un contratto come insegnante. Qui egli si fa passare per il severo padre all’antica di Lolita e la iscrive a una scuola femminile… Romanzo avvincente caratterizzato da una prosa poetica meravigliosa. Lolita, specchio degli Stati Uniti d’America degli anni ’50, l’ abisso di un’ anima, l’ amore folle di un uomo incapace di andare oltre il suo passato.

Vladimir Nabokov è nato nel 1899 a Pietroburgo e morto a Montreux nel 1977. Parte della sua produzione letteraria è stata scritta in russo e parte in lingua inglese come il magnifico romanzo “Lolita” pubblicato nel 1955. È stato poeta, romanziere, saggista, drammaturgo.

Matteo Pazzi

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