RECENSIONE – “Il Giovane Favoloso”

Il giovane favolosoSono gli inizi dell’Ottocento, Giacomo (Elio Germano), figlio di Monaldo (Massimo Popolizio) e Adelaide Leopardi (Raffaella Giordano) – famiglia di conti recanatesi – cresce con la sorella Paolina (Isabella Ragonese) e il fratello Carlo (Edoardo Natoli) nella grande casa di famiglia e sotto l’ala paterna, figura autoritaria che mette a disposizione dei figli una fornitissima biblioteca dove passare le giornate a studiare.

Ben presto Giacomo spicca per le sue doti in filologia e nelle traduzioni dalle lingue classiche e sviluppa le sue straordinarie capacità nelle composizioni liriche, tanto da suscitare l’ammirazione di molti scrittori del tempo, uno su tutti: Pietro Giordani (Valerio Binasco), liberale e rivoluzionario. Tra i due inizia un intenso rapporto epistolare: la figura di Giordani diventa di grande importanza per Giacomo, a tal punto da spingerlo a tentare la fuga dalla casa del padre per raggiungere l’amico, mandando così su tutte le furie Monaldo, già alquanto avverso al personaggio di Giordani a causa dei suoi ideali rivoluzionari.

È nella seconda parte del film che vediamo Giacomo vivere lontano dalla casa paterna. L’amicizia con Giordani è rimasta, ma a mitigare il malessere di Leopardi ora c’è la figura di Antonio Ranieri (Michele Riondino), un amico fedele dal quale Giacomo non si separerà più fino alla sua morte: un amore fraterno che non manca di sfumature ambigue a mettere in luce possibili momenti di crisi d’identità sessuale.

A Firenze Giacomo continua la sua ricerca, irrealizzabile, dell’infinito: la Natura, crudele e incurante del bene o del male cagionato all’uomo, può solo generare una vana felicità. È questa consapevolezza a rendere Giacomo infelice ed è per questo che è malvisto dai salotti intellettuali che lo reputano, superficialmente, un animo triste, a causa dei propri problemi di salute. “Non attribuite alla mia malattia quello che si deve al mio intelletto!” – risponderà Leopardi ad uno dei suoi detrattori.

Mano a mano che il personaggio di Giacomo va formandosi, il film affronta tutti quei temi che appassionano il giovane poeta: una troppo prematura attrazione per la morte, la giovinezza come purezza eterna, l’incapacità di cedere agli impulsi, Recanati e il legame con la famiglia visti come una prigione e infine il rapporto d’amore e odio con la Natura. Mario Martone dà prova di grande bravura nel gestire una biografia di proporzioni immense: con grande rispetto per il genio, Martone lascia che sia Leopardi a parlare con i suoi versi, attraverso un’impeccabile interpretazione di Elio Germano, capace di rendere magistralmente anche la figura ingobbita e malata del poeta.
Eccellente anche il resto del cast, come la colonna sonora che spazia dalla musica classica a quella moderna (Sacha Ring), quasi a dirci che non stiamo parlando di un personaggio confinato nell’Ottocento, bensì di una figura dal valore universale.

Leopardi: «Il vero è nel dubbio: chi dubita sa e sa più che si possa.»




“Il Giovane Favoloso” (biografia, Italia, 2014) di Mario Martone. Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Giovanni Ludeno, Federica de Cola, Giorgia Salari, Isabella Ragonese. Produzione: Palomar, Rai Cinema.

Francesca Orlandi

Mi chiamo Francesca, sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ferrara e da sempre appassionata di cinema. In questo spazio virtuale mi occuperò di recensire film e dare consigli cinematografici.

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