RECENSIONE – “Doppio sogno”

Doppio sogno, di Arthur SchnietzlerL’opera di Schnitzler offre un’occasione imperdibile agli amanti di Stanley Kubrick: esso, infatti, rappresenta un poderoso testo a fronte di Eyes wide shut, ultimo capolavoro del regista.
La Vienna ottocentesca aggiunge un fascino straordinario alla storia cinematografica, mettendone in evidenza nuclei significanti di grande suggestione che rimangono solo accennati nella sintesi cinematografica.
L’eros potenza principe dell’inconscio paragonabile solo al suo contraltare thanatos, è il motore della vita irrazionale dell’essere umano, la società invece impone un superio coercitorio che garantisca la sopravvivenza della rispettabilità borghese come unica forma di relazione sociale. Il magma dell’inconscio tuttavia, continua a covare sotto la routine matrimoniale del giovane medico Fridolin e della moglie Albertine. La confessione di un sogno erotico della moglie gettano Fridolin in un profondo turbamento. Il risveglio nel medico delle pulsioni oscure dell’io, sensualità e desiderio di vendetta, lo spingono a vivere un mondo di tenebra dove i valori borghesi non bastano a garantire incolumità e sicurezza. Fridolin finirà così per essere coinvolto in grottesche orge iniziatiche dopo che un amico, rivelando una parola d’ordine segreta gli apre le porte di una villa luogo di ritrovo di una misteriosa setta.
L’opera è un allucinante ed allucinato viaggio freudiano nella psiche umana, i turbamenti della mente si riflettono immediati sulla realtà metropolitana, la città è lo specchio dell’anima, i suoi vicoli, i recessi scuri abitati da ladri e prostitute sono i gangli labirintici di un grande cervello vivo e pensante; anche la città sogna e genera incubi, in definitiva però tutto e immagine e apparenza.
Il breve passaggio fra la luce e le tenebre, fra la notte ed il giorno, illumina la verità miserevole che si cela sotto le paure notturne. Il doppio, l’impossibilità di ogni linguaggio univoco, è la chiave di lettura dell’opera, tutto ha il suo rovescio, e tutto nel suo aspetto duale cambia radicalmente significato, così la realtà dev’essere distinta di volta in volta dal suo contrappunto onirico fino alla conclusione che proprio essa è la parte mancante del doppio sogno.

Brenda Canales

Mi chiamo Brenda, ho una grandissima passione per la cultura, la natura e tutto ciò che accade nel mondo nei più svariati ambiti. Di mestiere faccio la traduttrice, pertanto è nella mia natura osservare il mondo e le parole.

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