Processo a Pinocchio al Teatro Sistina: c’è luce in certi momenti

Processo a Pinocchio al Teatro Sistina c'è luce in certi momenti 1«Ma anche io come Pinocchio vendo il mio abbecedario per un bacio d’amore…»
Alda Merini

C’è qualcosa di veramente speciale nell’assistere alla nascita di una storia, al suo prendere forma sempre più matura e definita. Nel guardare personaggi vivere e crescere. Capita quando si ha la fortuna di vedere uno spettacolo sin dal debutto e di poterlo seguire in gran parte delle sue successive repliche, ma in particolare, se lo spettacolo è di nicchia e parte un po’ in sordina, in una sera d’estate, in un locale vicino alla spiaggia, la fortuna diventa una sorta di privilegio.

Perché poi, in poco più di un anno, dopo aver percorso in lungo e in largo l’Italia per rivederlo, affrontando bufere di pioggia a novembre e quaranta gradi all’ombra in agosto, ci sei, in prima fila, mentre approda sul palco prestigioso del teatro Sistina di Roma, il tempio della commedia musicale italiana. E tu ti senti come se vedessi prendere la laurea a quel bimbo che avevi accompagnato al primo giorno delle elementari, con il grembiulino nuovo abbottonato un po’ storto. Un’emozione allora, un’emozione adesso, mista a moltissimo orgoglio.

È accaduto il 16 novembre e lo spettacolo è ovviamente Processo a Pinocchio, di cui già vi avevo parlato la scorsa primavera. Un’opera veramente speciale, che è anche una lezione di teatro, poiché è l’esempio perfetto di come con una scena quasi vuota si possa comunque riempire un intero palcoscenico: con il talento, l’originalità, la magia, la solidità di un racconto che del teatro conserva in sé anche la grazia poetica e surreale.

Hanno tutti un po’ venduto i loro abbecedari, Pino e i suoi bugiardini. Per un bacio d’amore, per essere visti, capiti, accettati. Per poter affermare di essere unici. E forse gli abbecedari li ha comprati tutti il dottor Grillo, che li sfoglia cercando tra le righe le verità che nascono dalle bugie. Grazia poetica, come dicevo, anche sfrontata, anche cattiva e inquietante. Perché la poesia colpisce anche allo stomaco, se è poesia autentica. Poesia sfacciata e delicata insieme, quella migliore, che respira attraverso bolle di sapone, una promessa da recitare, un articolo di giornale, una data che ricorre e si ripete come colpi ripetuti di martello.

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Fotografia di Cris Coron.

Questo e altro riesce a trasmettere il cast, sempre strepitoso, in un’ora e mezza. Il grande Cristian Ruiz, nato per questo spettacolo, la sua anima. Brian Boccuni, Elena Nieri, Debora Boccuni, loro dello spettacolo sono il cuore. Valentina Arena, che ha sostituito Nadia Straccia, dando al proprio ruolo una sfumatura tutta personale e molto efficace. Federico Zylca e i suoi musicisti, il corpo, le mani che reggono lo spettacolo con la musica dal vivo. E naturalmente l’unico e il solo Luca Giacomelli Ferrarini, che dello spettacolo è il jolly, quella scintilla in più che si unisce all’anima, al cuore e alle mani. Forse è lo sguardo, la profondità degli occhi. Non gli ho mai chiesto cosa scriva per tutto il tempo nel taccuino di Grillo. E non glielo chiederò. Non lo voglio sapere. La magia del teatro è immaginare.

Ed è anche girarsi, mentre sei in prima fila, e vedere tutto il pubblico che si alza in piedi per una standing ovation interminabile. Vedere gli attori mano nella mano, emozionati, commossi. Sapere che quello che c’è nei loro occhi è uno specchio di ciò che c’è nei tuoi. Molte stelle, molta luce.

Come nella bellissima È tutto qui, canzone centrale dello spettacolo firmata da Marco Spatuzzi, in quella strofa che amo profondamente: « C’è luce in certi momenti, ma è solo un flash».

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Fotografia di Cris Coron.

In questo particolare momento Processo a Pinocchio è luce pura. E non è solo un flash. La sua strada è ancora lunga. Nel percorso ha già ottenuto un Oscar del Musical per le migliori musiche originali e una candidatura come migliore spettacolo off. Ora la consacrazione al Teatro Sistina. Nel prossimo futuro già diverse repliche previste nel Nord Italia: il 14 gennaio 2016 al Teatro Castellani di Azzate in provincia di Varese (info: www.proazzate.org/eventi/pap), il 15 gennaio 2016 al Teatro Rosmini di Borgomanero, in provincia di Novara (info: www.ciaotickets.com) e il 5, 6 e 7 febbraio 2016 al Teatro Blu di Milano (info: onstage.academy@icloud.com).

Chi può non si perda l’occasione. Vi assicuro personalmente che non ve ne pentirete.

Chiudo con uno stralcio delle parole che Andrea Palotto, autore e regista di Processo a Pinocchio, ha scritto su Facebook per invitare tutti al Sistina. Valgono tuttora, sempre. «Col nostro lavoro ci facciamo rappresentanti di tutti quelli che contribuiscono, da tempo e spesso in un silenzioso sottobosco, a sperimentare e rinverdire un repertorio originale, con grande passione e dedizione (…). Eccoci qua a dichiarare la nostra adesione a qualcosa che va oltre il singolo spettacolo e l’evento di una sera, che mira ad aggregare e creare rapporti solidi, perché l’obbiettivo comune è e deve essere quello di emarginare la mediocrità che allontana e inaridisce le persone che pagano un biglietto e dare fiducia a tutti quei lavori, grandi e piccoli, che invece fanno della qualità il tratto distintivo e caratterizzante che forma e consolida il pubblico di domani».

Grazie Andrea. Grazie a tutti voi che fate spettacolo in questo modo.

 

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

2 Comments

  1. Parole magiche! Aspetto che questo spettacolo arrivi al sud per vederlo dal vivo, di certo arriverà perché si affermerà sempre di più! Con un figlio che nella vita vuole comporre musiche e scrivere testi per musical, sono particolarmente felice che opere nate senza clamori ma di grande qualità vengano apprezzate e amate! Bravura e passione di tutto il cast, ecco la formula. Spero di cuore che l’ARTE, in questi tempi difficili, continui ad illuminarci e a ricordarci tutto il BELLO che possiamo esprimere.

  2. Parole molto belle anche le tue, Valentina! Loro ce la stanno mettendo tutta per arrivare al sud: incrociamo le dita!

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