Operazione sottoveste: keep calm and think pink




È la settimana di Natale, quindi, mettendo da parte drammi, noir e struggenti melo’, direi che questa volta è il caso di tornare indietro nel tempo per ridere.


E per farlo vi porterò a bordo di un sommergibile rosa. Molto molto rosa. Che invece di sparare siluri, lancia mutandine e reggiseni. E anziché onde radio emette pianti di neonato.
Come si spiega tutto ciò?
Siamo nel dicembre (il mese giusto!!l) del 1941 e il sottomarino Sea Tiger, varato solo l’anno prima e senza alcun combattimento all’attivo, viene affondato da un bombardamento nemico mentre è in secca, ancorato in un’isola delle Filippine. Ma il suo comandante, Matt Sherman, non ci sta ad abbandonarlo così. Come afferma lui stesso parlando con un superiore, “sarebbe come lasciare che una bella donna morisse zitella, se si capisce cosa intendo per zitella”.
Per cui, insieme al suo equipaggio, si impegna per ripararlo quel tanto che basta per rimetterlo in mare e portarlo fino all’arsenale più vicino (mica tanto vicino in realtà) dove potrà essere rimesso totalmente in sesto. Il superiore di Sherman non è molto positivo in proposito. “Se incontrate anche solo un soldato che fa il bagno evitatelo”, gli dice. “Potrebbe farvi un buco nello scafo”.
In effetti il povero Sea Tiger è tenuto insieme più per fede che per altro, ma dalla sua Sherman ha una nuova aggiunta al suo equipaggio: il tenente di vascello Nicholas Holden, che di guerra non sa nulla, avendo soprattutto passato il tempo finora a vincere campionati di rumba con le mogli degli ammiragli e a occuparsi di intrattenimento. Però come spiega al comandante, lui è cresciuto in un quartiere noto come l’Arca di Noe’- se non si attraversava in due era meglio rinunciarvi- e si definisce “un uomo di idee”.
Sherman scoprirà che un uomo di idee è in grado di scovare dovunque e in ogni modo (anche quelli decisamente poco ortodossi e sicuramente illegali) ciò che serve a un sommergibile.
Inizierà così un viaggio pieno di esilaranti imprevisti. In ogni tappa una svolta non programmata. Come la pittura antiruggine che non basta e mescolandola col bianco diventa rosa… e accidenti bisogna partire all’improvviso e non c’è più tempo di dare una mano di grigio!
Oppure l’obbligo di dover salvare e portarsi appresso prima un gruppo di ausiliarie, che turbera’ non poco l’equilibrio ormonale/testosteronico a bordo (tra cui il tenente Crandall, che diventerà la croce e la delizia del malcapitato Sherman) e poi un paio di famiglie isolane, complete di signore incinta prossime al parto, bambini piccoli e capre che forniscono latte fresco per i bimbi in questione. E non dimentichiamo il marinaio Hornby e la sua tragica missione suicida (ma non si può raccontare, si deve vedere). Oppure Rita (e lei bisogna proprio vederla).
A grandi linee, questo è Operazione Sottoveste (Operation Petticoat), ironica, scoppiettante commedia bellica, datata 1959, con un tocco romantico (ma pungente) e divertenti allusioni sexy (adatte all’epoca ma efficaci).
Se non vi ha già convinti la trama, vi dico che il regista è Blake Edwars, marito della leggendaria Julie Andrews, che ha firmato perle del cinema come Colazione da Tiffany, La pantera rosa, Victor Victoria.
E anche che nei panni di Sherman e Holden ci sono il mitico Cary Grant e Tony Curtis, perfetti per la sceneggiatura brillante e piena di battute memorabili (per la quale gli autori Stanley Shapiro e Maurice Richlin furono candidati agli Oscar).
Alcune curiosità: tra i marinai dell’equipaggio c’era un giovane Gavin McLeod, futuro capitano della nave dell’amore di Love Boat e tra le ausiliarie una altrettanto giovanissima Marion Ross, che poi tutti avremmo conosciuto come la mamma di Richie Cunningham in Happy Days.
Alla fine degli anni Settanta, il canale ABC mandò in onda per due stagioni una serie TV ispirata al film: tra gli interpreti Jamie Lee Curtis, figlia di Tony.
In conclusione, un viaggio su questo sommergibile rosa ve lo consiglio proprio: riderete tanto e alla fine penserete che dopotutto il rosa come colore non è male.

Di seguito, un breve (e divertente) spezzone del film:

Franca Bersanetti Bucci

Sono Franca, vivo in provincia di Ferrara e sono appassionata d’arte in generale, ma in particolar modo di teatro. Scrivo racconti, poesie e articoli su giornali online e siti internet.

2 Comments

  1. Davvero questo del film è un mondo che mi piace! L’ho appena rivisto, e nonostante gli anni che ha è sempre molto divertente. La classe non è …acqua!

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