«La paura rende prigionieri, la speranza può rendere liberi»
Le ali della libertà
Dove vivo c’è un ponte di acciaio cigolante, che ti fa vedere il fiume, laggiù, sotto i tuoi piedi, mentre lo attraversi.
I primi tempi mi faceva una gran paura e lo percorrevo sempre stando su un lato, tenendomi alla ringhiera e maledicendo silenziosa chi doveva averlo concepito in un momento di sadismo.
Adesso lo attraverso stando al centro e pensando ai fatti miei, a passo spedito. A volte mi fermo persino, e guardo, oltre le maglie d’acciaio, i piccoli gorghi e i mulinelli nelle acque che scorrono diversi metri sotto di me.
Che vada così anche la vita?
Penso di sì. Non sempre forse, ma in molti casi. Bisogna attraversare le paure. Camminarci nel mezzo.
Così le paure resteranno indietro oppure ci si abituera’ ad esse, si diventerà un po’ più allenati a conviverci e a non subire i capogiri delle vertigini.
E poi, se la paura è un ponte, alle nostre spalle e davanti a noi dovranno pur esserci delle sponde.
L’importante, credo, è non tornare indietro e puntare a raggiungere la sponda che ci attende.