«Mi hanno sepolto,
ma quello che non sapevano
è che io sono un seme».
Mujer Arbol
Cambiare è difficile.
Pensate ai cambi di stagione. Pensate a quanto può essere faticoso per un seme farsi strada nella terra, bucare lo strato in superficie, magari tra sassi, pietre, erba calpestata, uscire finalmente alla luce, ancora fragile, un virgulto inerme che anche una semplice burrasca improvvisa sarebbe in grado di portare via.
Quanto può essere difficile per un fiore sbocciare nella sua pura bellezza e poi trasformarsi in frutto, combattendo contro grandine e gelate, i parassiti e i becchi degli uccelli.
È difficile cambiare e crescere. Anche se il cambiamento è necessario.
A volte la prospettiva di rimanere nel calore protettivo della terra o racchiusi in un bocciolo è confortante. Ciò che si conosce, per quanto limitato, spaventa meno del nuovo, della sfida, della possibile perdita che accompagna ogni guadagno.
Ma niente resta uguale, niente veramente dura senza mutamento. Anche ciò che persiste, lo fa trasformandosi. Persino ciò che troviamo bellissimo. Persino ciò che ci sembra già perfetto. Cambierà. Le condizioni cambieranno. Noi cambieremo.
Bisogna accettarlo, come si accettano i cambi di stagione. Sforzarsi di bucare il terreno, uscire ad affrontare il cielo, con il suo azzurro, le sue tempeste. La grandine e il vento.
E anche le stelle.
Soprattutto le stelle.
Grazie! Una carezza al cuore nel tempo del corona virus.