ARIA DI NATALE parte IV: Quando una stella… splende!!

La nostra maratona natalizia prosegue con un’artista italiana che ho deciso di festeggiare insieme per un motivo, tra gli altri, molto importante: ama i gatti. Ha dichiarato, non tanto recentemente, che viene sempre presa per matta perché ama alla follia la sua palla di pelo felina, con cui intrattiene conversazioni non da poco. Ora, non so voi, ma anche io parlo coi gatti ed è banale dirlo, ma effettivamente ci parlo molto meglio che con molti umani. Dunque, prima di inoltrarci nel percorso artistico di questa splendida interprete che è sempre riuscita a farci viaggiare con le sue emozioni, vorrei affrontare un argomento che è molto natalizio e molto pragmatico: il gatto e gli addobbi. Come far accettare al nostro amore peloso che il Natale è l’essenza del conformismo e dei buoni sentimenti da tirar fuori per sopportarlo? Insomma, che non si può distruggere casa solo perché è tutto brilluccicoso e in molti casi peloso: sì, peloso, perché quest’anno mi sono imbattuta in palle di Natale pelose. No, non le ho prese perché mai avrei voluto vederle sul mio albero di Natale. Ma la tentazione è stata forte, lo ammetto. E’ vero: da che la mia dolce metà del cuore bianco e nero (era molto pop) se ne è andata a zampettare tra le nuvole, mi sfogo con gli addobbi. Non perché a lui dessero fastidio, ma perché mi manca tanto e sono sicura che vorrebbe solo vedermi felice di far sembrare casa mia un bordello di Amsterdam… esagero sempre con le luci. Effettivamente il mio tesorino munito di coda era amante degli addobbi nel senso che non era soddisfatto fintanto che non avessi decorato la sua cesta a dondolo. Sì: aveva la cesta a dondolo, cioè una cesta col fondo rotondo e lui si metteva lì aspettando pazientemente che avessi finito con l’albero per cominciare a farmi notare che le palle erano troppe. Alla fine erano anche gonfie… ma è un altro discorso, volgare, e non posso essere volgare in un articolo su Giorgia.
Giorgia, questo miracolo vocale che riesce a usare la voce con la giusta intensità, senza massacrarci i timpani con strilli laringei che hanno solo il merito di farci comprendere i bidoni vocali, ovvero coloro che sanno mostrarci quanto sono in grado di strillare. Giorgia ha una discografia che onestamente sto riscoprendo solo di recente e che mi sta conquistando con pezzi di rara bellezza. Non so, ha una fisionomia particolare, tutta esile e occhioni grandi che esprime una grande forza interiore che non teme di mostrarsi anche fragile. Ha passato dei gran brutti momenti, di perdita soprattutto, ma in un qualche modo è riuscita a riprendersi un sorriso che è diecimila volte meglio di prima. Questione di stile, credo. Ne ha talmente tanto che non vorrei ascoltarla cantare in nessuna altra lingua se non l’italiano. Perché adoro sentire ogni sua minima sfumatura interpretativa che altrimenti penso perderei, pur mantenendo il fascino inalterato. Insomma, una volta tanto che possiamo veramente apprezzare e andar fieri di un processo creativo fatto con reali competenze e non manie di protagonismo, facciamolo! Consapevolezza che le permette di partecipare al pari di artisti che girano il mondo al ritmo con cui noi andiamo al supermercato, vedi Alicia Keys con cui duetta in I will pray. Anche perché Giorgia viene da una lunga gavetta e un altrettanto lungo percorso di studio. Perciò non stupisce vederla duettare coi più grandi con cui stringerà anche rapporti molto forti. Natale è il periodo in cui le mancanze si sentono più che in altri momenti, ma per fortuna su alcune possiamo riflettere con gioia e gratitudine per ciò che ci hanno lasciato: il riferimento in questo caso è a Pino Daniele, artista che con Giorgia ha duettato alla grande. Mancanze, dicevo, che Giorgia ha dovuto superare come tutti noi e che ha raccontato molto bene in pezzi che sono diventati dei classici. Di contro ha messo in musica anche la voglia di vivere e leggerezza che ti portano su colori più caldi e luminosi. Di una cosa bisogna darle atto: non è mai caduta nella lagna. E’ uno scivolone che capita spesso con persone che volgono all’introspettivo (e guarda caso sono quelli che le bastonate le prendono con le piume) e che pensano di sfornare il turbamento più turbato che c’è e invece gonfiano gli addobbi con una disinvoltura che andrebbe bene per una qualche telenovela. Credo fermamente che anche da tristi un po’ di mordente caratteriale si possa tirare fuori. Siccome ho citato un mezzo visivo, la televisione, non posso certo sorvolare sulle capacità del palcoscenico di un’artista che lavora bene a 360°: dico, fa sembrare sia tutto dannatamente semplice, che le basti un battito di ciglia per fare dei vocalizzi che.. beh, io ci ho provato, ma mi è venuto solo il battito di ciglia e sono pure venuti a vedere se mi fossi fatta male. Non capiscono che l’artista vero ti smuove la voglia di fare! A proposito di voglia di fare.. mi sono appena accorta che, col riscaldamento, i fiocchetti di carta crespa appesi ai vetri interni delle finestre a mo’ di fiocchi di neve, svolazzano tutti! Devo trovare un gatto… intanto ci prepariamo all’Epifania che tutte le feste ci porta via e vedrete chi vi tirerò fuori dal cilindro! Quest’anno altro che arachidi salate!

[ Immagini: news.mtv.it |www.blastingnews.com ]

Giovanna Cardillo

Sono Giovanna. Da anni m’interesso di musica, che scrivo e soprattutto ascolto. Ho esperienza come musicista nel teatro terapeutico e ho studiato Culture e Tecniche della Moda. Mi innamoro di tutti i gatti che vedo e ho sposato appieno la loro filosofia di vita. Anzi, tutte le loro sette vite!

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